Smaltimento dei rifiuti di tipo elettronico (RAEE)

Approfondimento

PC-CLAMI

News Inserita Il 13/06/2008 da Federico Villa

Con la presente iniziativa il BILUG, ha incominciato anch'esso ed in modo diretto, a lavorare in una direzione ben precisa.
Direzione nella quale va, e tenta di svolgere un lavoro utile prima che lodevole e ben fatto.
Ha infatti incominciato con il portare anche a Biella un intervento specifico nel settore informatico e relativo a tutte quelle problematiche sorte nel tempo e legate al reimpiego delle risorse ancora utili, oltre che, allo smaltimento dei rifiuti di tipo elettronico (RAEE).
Questa direzione intrapresa, non e' frutto di un personale disegno relativo ad un gruppo, o semplicemente racchiuso fra i progetti di pochi ed irrefrenabili soggetti che sensibili a problematiche relative all'ambiente, insistono per il realizarsi nel mondo del loro vedere, il tutto magari, secondo un disegno da loro abbozzato.
No.
Non e' un gruppo di pochi individui che proseguono sulla scia di un loro ideale scarsamente sentito o mal recepito.
Il problema sussiste realmente, ed e' a livello internazinale sentito e riconosciuto. Come e' a livello internazionale che vive e si afferma un certo pansiero.
Questo progetto, nasce e prende vita in base ad esigenze concrete, ed oramai sentite a livello globale, problematiche che, anche se in modo iniziale, stanno per ora prendendo piede anche presso le istituzioni e le sedi parlamentari dei nostri paesi.


La problematica relativa alle RAEE, (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e' gia' stata affrontata nei parlamenti delle nostre democrazie, anche se ancora non vi e' una via del tutto risolutiva da seguire si tende ad incentivare il riciclo ed il riutilizzo di queste, limitandone lo stoccaggio in attesa smaltimento.
Per il momento si tratta quindi di limitare la produzione di rifiuti, e controllare in fase produttiva l'uso di determinate sostanze in essi poi di conseguenza presenti, contenendo il loro utilizzo in fase di produzione.


Si tenga conto che ogni anno i computer gettati nel mondo sfiorano le 130milioni di unita' , che le grandi imprese adoperanti tali risorse, e lavoranti nel terziario, spesso e volentieri hanno bancali interi di questi tenuti in magazzino in attesa di essere smaltiti.


Contando poi tutte quelle imprese piu' piccole che comunque affrontano gli stessi problemi, e' chiaro come si faccia a raggiungere tali cifre e a buttare poi via un cosi' grande insieme di risorse in quanto ritenute usate e non piu' utili.


Macchine tenute da parte che andrebbero prima o poi ad incrementare tale cifra ed a creare le problematiche sopra descrite.


E' qui che il BILUG si propone di entrare in azione accorpandosi dove possibile la responsabilita di gestire questo trasferimento, fungendo da intermediario, nel tentativo di recuperare il piu' possibile di quanto atrimenti andrebbe a finire buttato, senza via di recupero.
Ovviamente non tutto e' necessariamente o sicuramente riutilizzabile, ma e' possibile dietro la ricerca dell'hardware stipato in questi contenitori scartati, assemblare poi componenti derivanti da macchine varie, per mettere assieme, computer sicuramente funzionanti.


L'uso di software open-source, permette poi di non accantonare come obsolete ed inutilizzabili alcune fra le molte macchine che chi necessita di un continuo aggiornamento dell'hardware, per motivi di competitivita' ed evoluzione aziendale, spesso invece mette da parte.


Questo renderebbe possibile un loro reimpiego in ambienti che esenti da regole di mercato, permettono a queste di compiere ancora il loro lavoro, magari e se e' possibile in modo ancora ed altrettano utile e necessario.
Si pensi al loro reimpiego presso scuole, o associazioni senza scopo di lucro, dove studenti o persone anche adulte, potrebbero realizzare con le stesse apprendimento e benefici vari, queste macchie infatti, rese inidonee e obsolete da un software proprietario e mercificato -quindi vittima di esigenze di mercato varie e persistenti- che finisce con lo ''sprecar'' risorse in modo superficiale e inidoneo, tornerebbero utili, soprattutto ad un mondo le cui problematiche sono gia' ben visibili a tutti.


Perche' sprecare quindi?

In special modo quando e possibile farne a meno?


Ecco che all'ora un reimpiego delle risorse ad altri inutili, ed inutili alla competizione, andrebbero a sanare falle dove la competizione non serve, dove applicazioni diverse e piu' attente oltre che evidentemente pragmatiche avrebbero la possibilita' di servire, permettendo l'apprendimento, ed il miglioramento di altri sistemi.
Anche per chi poi un giorno partecipera' con noi altri, a concretizzare il potenziale dell'uomo, con un necessario impegno ed una relativa ed altrettanto necessaria formazione.


Se avete quindi materiale hardware inutilizzato e fermo, in attesa di essere smaltito, provate a contattarci per ricreare quanto sopra descritto, e rendendolo utile, anziche' , un peso sociale da smaltire con impiego di risorse.


NORMATIVA DI RIFERIMENTO: Dlgs 151/2005 ; Dm del 25/09/07 e normativa Europea 2002/95/CE ; 2002/96/CE

Newsletter

Nota informativa sulla privacy